Ogni persona funziona a modo suo, si sa, e ci sono quattro principali ‘metodi’ di approcciare il mondo. Mi riferirò a queste modalità percettive chiamandole ‘sfere’. Questa è un’espressione che ho inventato io, nella mia personale esperienza come psicoterapeuta.
In genere si distinguono quattro modalità percettive (in quasi tutte le scuole di terapia), e io voglio abbinarle e spiegare come usarle a fini meditativi. Le modalità che usiamo per percepire e capire il mondo che ci circonda sono:
1) COGNITIVA - Che riguarda cioè la capacità di pensiero
2) EMOTIVA - La sfera relativa alle emozioni e ai sentimenti
3) COMPORTAMENTALE - Cioè la descrizione di quello che faccio e non faccio, in termini di azioni fisiche e modi in cui gestisco i pensieri (cioè ‘quello che faccio’ coi miei pensieri)
4) FISICA - Quando pensiamo alla nostra capacità di ‘essere dentro il nostro corpo’
Abbiamo tutti la capacità di connetterci con tutti e quattro le metodologie esplorative, ma ce n’è di solito una che possiamo considerare come la nostra preferita.
Durante la meditazione (di qualunque tipo si tratti), tutte e quattro le sfere vengono messe in discussione:
1) Dal punto di vista cognitivo vogliamo generalmente una di queste due condizioni:
- Che i nostri pensieri si fermino completamente. Questo include cose tipo: preoccuparsi, pianificare, pensare al futuro…
Oppure vogliamo dar loro una direzione più appropriata, per esempio concentrarsi su una musica, un mantra o una immagine. Direzionare l’energia cognitiva, significa gestirla senza distrazioni ed evitare che i nostri pensieri volino di qua e di la.
2) Nella sfera emozionale vogliamo placare le nostre emozioni e farle riposare. Tutte le emozioni sono passeggere, anche quelle più negative (per esempio il dolore). Durante la meditazione vogliamo dimenticarci di tutte queste esperienze transitorie, e essere presenti a quello ‘che c'è sotto’, quel substrato esistenziale che non sente ne gioia ne dolore.
3) Contemplare il comportamento nella meditazione è meno frequente. Infatti di solito l’essenziale è l’assenza di movimento. Quando si medita si sta generalmente fermi, oppure si possono fare delle attività irrequiete con le mani, per sfogare l’agitazione.
Da un punto di vista cognitivo possiamo contemplare i nostri comportamenti, il che però spesso diventa un processo di autocritica, che non è sempre utile.
4) La quarta sfera è quella relativa alla nostra fisicità. Forse vorremmo abbandonarla e ‘speronalizzarci’, oppure possiamo pensare al processo opposto, cioè quello di stare di più dentro il nostro corpo e possedere la nostra interezza materiale. Diverse filosofie e meditazioni raccomandano cose diverse. Per esempio le idee di trascendere il corpo e l’esistenza materiale sono relative a questa sfera.
In tutti e quattro i casi la cosa interessante è concentrarci sulle tematiche percettive (le ‘quattro sfere’). Durante la meditazione ci si può muovere sullo spettro che va dall’assopire e negare la percezione, fino all’abbracciarne la piena essenza.