Prendersi cura
La parola italiana ‘meditare’ ha un’etimologia interessante. Deriva dal latino meditari, che significa curare, a sua volta derivato del greco μελετάω curarsi di qualcosa, riflettere, meditare. Per meditazione s’intende l’abilità di concentrarsi profondamente su qualcosa, che nel senso etimologico indica prendersene cura.
A cosa serve?
Quando parliamo di meditazione oggi, intendiamo l’abilità di pensare intensamente a un argomento o a un problema. Questa abilità è qualcosa che sappiamo fare tutti, chi più chi meno, e per tanto possiamo sempre migliorarci. La facoltà di concentrarsi e mantenere l’attenzione è più che mai importante al giorno d’oggi, mentre siamo condannati alle rapide gratificazioni dei social media e alle incessanti informazioni che ci piovono addosso da ogni angolo.
Meditazione e spiritualità
La meditazione non deve necessariamente avere un carattere spirituale, anche se spesso ce l’ha. Quando mi riferisco alla spiritualità non intendo necessariamente una religione. Il carattere spirituale dell’essere umano è l’abilità di ricercare qualcosa al di là del mondo materiale. Questo al-di-là può anche non avere una natura metafisica. Domande di carattere spirituale sono per esempio riferite al nostro posto nel mondo e all’impatto che vogliamo lasciare alle generazioni future. Tutto ciò può avere una natura religiosa, ma non dev’esserlo per forza.
Concentrarsi su
Quindi meditare significa innanzitutto concentrarsi. La cosa più semplice da fare è concentrarsi su qualcosa. Le cose più comuni sono:
- Un’immagine. L’immagine può essere una vera immagine, o chiudendo gli occhi, un’immagine di fantasia (per esempio una forma geometrica, una sfera, un rettangolo…)
- Un mantra, cioè una formula che viene ripetuta nella mente o a voce alta
- Un suono, una melodia, o quello che in inglese si chiama white noise, rumore bianco
- Il proprio respiro. Questa è una pratica molto comune e spesso molto efficace, specialmente per chi è principiante. Respirare con intenzione, cioè controllando il proprio respiro da un senso di pace e presenza che può essere il miglior modo per iniziare un processo meditativo.
L’attimo presente, l’hic et nunc
Ci si può concentrare sul qui-e-ora con gli occhi aperti o chiusi. Questa è la pratica più importante e, allo stesso tempo, più difficile e complessa. Concentrarsi sull’attimo presente significa lasciare tutti i pensieri che ci ‘appaiono’ nella mente.
Tante volte sembra che i miei pensieri non mi appartengano e che si formino da soli. In realtà io sono padrone dei miei pensieri e tramite la meditazione posso allenarmi a controllarli e lasciarli andare quando non è il momento.
Concentrarsi sull’attimo presente non è semplice perché siamo sempre preposti a pensare a cosa dobbiamo fare dopo e per cosa dobbiamo prepararci. Quindi il gioco della meditazione è il costante aggiustarsi all’attenzione e al focus della meditazione.
Un processo
Nessuno potrà mai dire di essere perfetto nella meditazione. Meditare è un percorso che non finisce mai. È un percorso di automiglioramento che non deve culminare in un risultato. Non è una gara per raggiungere uno scopo predefinito, ma un processo che si sviluppa perennemente; e come ogni viaggio può portarci in posti inaspettati e incantati.