La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è, nell’odierno panorama di terapie, la più commercializzata. Tuttavia le tecniche usate comunemente dalla TCC non sono ne nuove ne originali. Già Socrate aveva introdotto un metodo di dialogo che verrà poi chiamato socratico. Questa metodologia non può tuttavia essere definita terapia in senso stretto. Il metodo socratico è infatti basato su delle domande che tendono a condurre il cliente/paziente nella direzione reputata più opportuna. Pertanto la TCC non può essere considerata al pari delle altre terapie che hanno un’anima più umanistica, esistenziale o liberale; questo perché si basa su una esplicita intenzione di indirizzare il paziente verso una ‘retta via’. La TCC deve essere, a mio avviso, comparata alle scienze educative e non a quelle terapeutiche. La scienza educativa può essere di beneficio per alcuni, ma toglie la libertà e il senso di legittimazione al cliente, che sono essenziali pilastri della terapia.